“La lontra eurasiatica ha ricolonizzato negli ultimi dieci anni il fiume Sangro, dove la sua presenza era nota a valle della Foce di Barrea. La diga di Barrea sembrava costituire una barriera invalicabile per la specie viste le sue dimensioni e la collocazione in corrispondenza dell’imbocco della Foce dove le pareti verticali della gola stessa si reputavano un ostacolo difficile da superare. Lo studio prodotto nell’ambito delle indagini su varie specie di direttiva, condotte per la redazione del Piano di Gestione dei siti della Rete Natura 2000 presenti nel Parco, aveva analizzato anche le possibili vie di penetrazione nel territorio del Parco stesso, individuando eventuali corridoi alternativi, che però apparivano molto problematici da utilizzare. Nelle settimane scorse, la dr.ssa Laura Lerone e dr. Simone Giovacchini, i due ricercatori dell’Università del Molise (e membri di Lontra Italia, nda) autorizzati a effettuare un ulteriore monitoraggio sulla lontra, previsto periodicamente dalla Direttiva Habitat, hanno comunicato al Servizio Scientifico di aver trovato, in alcuni punti lungo il tratto di fiume Sangro che ricade entro i confini del territorio del Parco, i tipici segni di marcatura della specie, i cosiddetti spraints (escrementi), che sono un segno distintivo della specie sia per l’aspetto che per l’odore inconfondibile. Potrebbe trattarsi di qualche individuo in esplorazione ma la sua rinnovata presenza ci dice che la diga di Barrea non costituisce evidentemente una barriera invalicabile e che le condizioni dell’ecosistema fluviale possono consentire alla specie una presenza stabile, come confermato anche dalla nuova stazione di gambero di fiume”
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